martedì 20 agosto 2013

GRANDE TITOLO PER UN GRANDE MANIFESTO


Favoloso manifesto del PD locale (lontano dalle disastrose agevolazioni al biogas del pd nazionale) che, attraverso sacrosante verità che tutta la popolazione di Magliano Sabina ha potuto constatare, sbugiarda e condanna la omertosa e insalubre politica amministrativa del nostro paese.

Un serio manifesto di un serio partito locale, incisivo, veritiero, educato e privo delle stupide frasi da locandina di teatrino che abbiamo letto nei giorni scorsi su un ennesimo flop (i nostri "complimenti" all'arguto estensore!), a dimostrazione del radicale cambiamento avvenuto 4 anni fa e che da tempo sta dando frutti positivi. Bravi, e ancora grazie per il vostro impegno contro l'impianto a biogas voluto da chi sappiamo tutti; molta gente ve ne è grata!


domenica 18 agosto 2013

E' SOLO QUESTIONE DI "C"



LA  cULTURA A MAGLIANO 



ieri


 oggi



Eppure la Memoria Urbana è parte importante della storia del nostro territorio, legata al Tevere che fu economicamente e strategicamente determinante, in tutte le epoche, nella vita sociale di Magliano Sabina.
Ne vogliamo ricordare la storia


Sisto V (papa dal 1585 al 1590) stabilì di edificare un ponte a nord di Roma per favorire i commerci ti un’area decisamente strategica dal punto di vista economico e politico. L’impresa fu affidata a Domenico Fontana, architetto “di grido” dell’epoca, sicuramente dotato di uno sviluppato senso estetico, ma non di altrettanta perizia ingegneristica. Il punto prescelto per costruire il ponte (a Magliano Sabina, 64 km da Roma, non lontano da Otricoli e dal castello di Borghetto) non era certo dei migliori, ma funzionava ad una folle idea avuta dal progettista: costruire il ponte all’asciutto e quindi scavare un nuovo letto al fiume per “costringerlo” a passarci sotto abbandonando il vecchio alveo. Sin da subito sorsero diverse difficoltà tecniche ed alla fine il Fontana venne anche coinvolto in una storia di basse speculazioni. Un “Avviso a Roma” del 13 maggio 1592 recitava: “Se riveggono li conti al cav. Fontana di fabbriche e strutture che si pretende siano state mal fatte di materie vili et di poco utile, et spesa per avanzare”. In pratica il Fontana utilizzò materiali di scarsa qualità facendoli pagare per buoni e intascando la differenza (vi ricorda qualcosa di odierno, ndr). Fatto sta che l’architetto si rifugiò a Napoli (da dove invio diverse lettere alla Camera Apostolica cercando  di giustificare il proprio operato e difendendo il proprio progetto) ed il completamento del ponte fu affidato ad altri. Morto nel frattempo Sisto V, l’inaugurazione fu presieduta ,nel 1603, dal successore Clemente VIII. Le spese per realizzare l’opera furono ingenti (76.635 scudi, una fortuna), ma niente in confronto a quanto fu necessario investire per costringere il Tevere riottoso a passare sotto quel ponte costruito apposta per lui! Nell’arco di 76 anni si spesero ben 195.065 scudi! Il fiume, infatti, ad ogni piena invernale continuava ad abbandonare  il percorso artificiale per tornarsene in quello naturale: all’arrivo della primavera, quindi, gruppi di scavatori dovevano ricreare l’alveo sotto il ponte per farvi passare l’acqua… Ma alla fine l’uomo l’ebbe vinta: con imponenti lavori e 40.000 scudi spesi, il papa Urbano VIII riuscì nell’impresa di creare un argine definitivo. Tale fu la soddisfazione che il pontefice fece realizzare un colossale cippo marmoreo, chiamato “la Memoria Urbana”, che ancora oggi si può ammirare (abbandonato a se stesso ed in continua rovina) al km 65 della via Flaminia (quasi all’altezza del bivio per Magliano). Ornata di api e sole nascente  (emblema dei Barberini, famiglia a cui apparteneva il papa (*)), l’epigrafe, tradotta dal latino, dice più o meno così: “Urbano VIII, con un nuovo scavo, con argini e palizzate di legno, il Tevere che, allagata la Flaminia se ne tornava nel letto antico, ha saputo costringere verso il ponte sotto il quale non voleva passare”! Purtroppo durante la Seconda Guerra Mondiale il ponte venne completamente distrutto: quello attuale risale agli anni ’50 e conserva dell’antico monumento solo alcuni stemmi murati sulla spalletta di sinistra. 
(*) Lo stemma Barberini (api e sole nascente) in marmo era collocato nella parte superiore del monumento; asportato da ignoti ladri e recuperato è oggi conservato nel Museo Civico Archeologico di Magliano Sabina.


sabato 10 agosto 2013

PRO DEMOCRAZIA



Visto che dall’alto della loro gigantesca forma di regime autoritario, oligarchico e repressivo che usano nella conduzione della cosa pubblica non ti permettono di commentare sul loro teatrino online, per poter dire tutte le "boiate" che vogliono senza essere minimamente smentiti, ecco che noi, unico blog libero e democratico rimasto, pubblichiamo questa sorta di "spresempio", generato dalla paura che hanno per le imminenti elezioni amministrative.
In questo modo tutti potete liberamente commentare come Democrazia e Trasparenza vogliono, e non solo loro e i relativi "lecchini"!



venerdì 2 agosto 2013

IL SACRO E IL PROFANO


Scicli,
ridente cittadina del ragusano dove circolano due figure notoriamente incompatibili fra loro: il diavolo e l'acqua santa!
Il diavolo è sempre quello, colui che abbiamo imparato a conoscere anche qui da noi, tentatore e maligno, che lascia continuamente dietro di lui odore di gas (ah, ah, ah, ah, ah!)
L'altro, l'acqua santa, è quello che lo combatte sempre e fa cose buone. Guardate cosa ti ha combinato nella stupenda Chiesa barocca di Santa Maria La Nova di Scicli!

 Santa Maria La Nova di Scicli


 Il manifesto dell'evento


 I lavori di allestimento e restauro





E pensare che l'acqua santa è uno dei "3 sfigati" maglianesi: pensate cosa sono allora quelli che stanno tutto il giorno davanti al noto bar!