INCHIOSTRO SCOMODO
Inchieste di Santi &
Sinatti
Dichiarazioni
di Ugo Bosetti, Presidente di Cermec spa.
Sono
occorsi undici anni per arrivare a queste conclusioni. Trova così conferma la
vicenda legata 42 container nell’area ex Damas interna al Cermec di
Massa-Carrara, già da noi descritta nel dettaglio ( http://www.inchiostroscomodo.com/?p=192 ) e ricollegata a Massimo Dami, personaggio
controverso e particolarmente attivo nel settore dello smaltimento rifiuti.
Sconcerta notare come certi imprenditori abbiano avuto, nel corso degli anni,
appalti e autorizzazioni da parte di enti pubblici, nonostante siano stati più
volte indagati e messi sotto i riflettori di diverse Procure. Questi hanno
creato evidentemente una fitta rete in tutta la penisola. Lo stesso Dami lo
ritroviamo accusato di traffico illecito di rifiuti pericolosi proprio con la Masan di Magliano Sabina (di cui era amministratore
delegato). Il giochino è sempre il solito: i rifiuti tossici ufficialmente
vengono stoccati e ripuliti nell’impianto di compostaggio di Magliano Sabina ma in verità vengono
scaricati in terreni agricoli. Sulla vicenda e sull’incompatibilità del sito di
Magliano Sabina per l’installazione
dell’impianto, torneremo nel dettaglio nei prossimi articoli (sarà una
inchiesta lunga). È importante riscontrare certi collegamenti come Masan –
Cermec (di Massa) rintracciati nel corso delle nostre ricerche. Come al solito
abbiamo trovato una “giungla” di scatole cinesi.
Un
nome più di altri ci ha colpito: Antonio Bertani. Il curriculum mostra un
profilo di consulente di “altissimo livello” con incarichi nelle più rinomate
aziende pubbliche e private. Tra queste, due hanno attirato la nostra
attenzione: la Masan
e la Stube Spa.
Non mettiamo in discussione l’operato di Bertani, però sono molto interessanti
le vicende che vedono coinvolte alcune delle aziende in cui opera.
Sulla
Stube occorre soffermarci per fare una riflessione: l’azienda riesce sempre ad
aggiudicarsi “mirabolanti appalti” in vari settori, fra questi la
ritroviamo anche nel business delle slot machine e video poker nel quartiere
romano di San Lorenzo (la Stube
pare essere una scatola cinese riconducibile all’imprenditore Diego Anemone
indagato per abuso edilizio e rinviato a giudizio per corruzione e evasione
fiscale per l’appalto del G8).
Il
gestore delle slot machine (per il palazzo dei giochi di San Lorenzo) è la
società Betoplus, controllata a sua volta da Atlantis World. Qui viene il
“bello”, perché il titolare della Atlantis è un certo Francesco Corallo,
incredibile a dirsi figlio del famoso Gaetano Corallo, considerato il braccio
destro del Boss Nitto Santapaola che per conto dei siciliani si occupava tra le
altre cose anche di gioco d’azzardo.
Qualcosa non va!
Ritorniamo
nuovamente al curriculum di Bertani. Fra gli “infiniti” incarichi ricoperti lo
ritroviamo sindaco revisore della Tredil S.p.a. La stessa società di Prato già
incontrata in “Un porto in tempesta” e nello scandalo che travolse Andrea
Baldi, Orazio Ferrari e la Conad ?
Come al solito ci sono due Tredil Spa, una a Prato e una a Milano. Di quale
sarà consigliere il Bertani? Non lo sappiamo con precisione, tuttavia
quest’ultimo risulta essere perfino Consigliere d’Amministrazione di banca
Finnat Euramerica S.p.a. La stessa banca citata insieme alla Tredil Roscer di
Prato nello scandalo Conad.
Ma
cos’è la Tredil Roscer
di Prato? È una società i cui titolari sono di fatto i cinque del gruppo
Roscer: Orazio Ferrari, Andrea Baldi, Luigi Minischetti, Pietro Cervasio e
Carlo Rosano. Una società, in definitiva, nata per realizzare affari
immobiliari. Nello scandalo Conad la società ha come referente bancario tra le
altre Banca Finnat. Una banca interessante quanto il proprietario, Giampietro
Nattino. Nattino fin dai primi anni della Repubblica Italiana è stato vicino a
Giulio Andreotti, uno dei politici più potenti e controversi. Tra le altre
amicizie di Nattino ricordiamo un personaggio chiave: Stefano Ricucci
(immobiliarista facente parte del famigerato gruppo dei “furbetti del
quartierino”). Lo stesso che confessò preoccupato al Pm della Procura di Roma:
Ricucci: “E che, lo chiede a me? Lei non
deve palare con me di questi argentini….. Conosce Caltagirone? Lo convochi.
Conosce Bonsignore? Lo chiami. Sa chi è Catini? No. Chiami anche lui….. chiami
anche la banca Finnat e Giampietro Nattino. Chiami Vincenzo De Bustis. Sa cosa
è la banca Finnat? Chi è Nattino?”
Magistrato: “Che fa questo Nattino?”
Ricucci: “Ma lei vuole che a me mi
uccidano stasera qui dentro? Lei forse non si rende conto di chi sta a toccare
Lei …. Mi faccia la cortesia, lasci perdere questo Dottore …. Io lo dico per
me; poi se Lei vuole andare avanti, lo faccia. Lei c’ha seicento persone che la
proteggono, ma a me chi mi protegge? Nessuno, su sta roba”.
Sempre
Ricucci durante l’interrogatorio mette in luce un aspetto nuovo:
“Senta Dottore, secondo me la Finnat è una banca molto vicina al mondo della
massoneria …”.
Tralasciando
personaggi ed eventi fino ad ora citati, Prato e Arezzo sono città strategiche
dove mafia e massoneria fanno “accordi” da anni. Sarà un caso ma Carmine Schiavone
rivelò di rapporti con “colletti Bianchi” toscani. A chi si riferiva Schiavone,
cugino di Sandokan noto esponente dei Casalesi e braccio amministrativo del
clan, citando i “signori” di Arezzo, Firenze, Milano e Genova? Molto
probabilmente non si tratta di affiliati ma di “ colletti bianchi”. Massoneria
deviata? Vedi art http://www.inchiostroscomodo.com/?p=200
A questo punto la nostra
inchiesta potrebbe avere dei risvolti imprevedibili.
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