martedì 6 dicembre 2011

SVUOTIAMO GLI ARSENALI E RIEMPIAMO I GRANAI


EVIDENTEMENTE GLI AFFARI SULLE ARMI SONO PIU' FORTI DELLA CRISI E DELL'EQUITA'

Rigore, equità e crescita. Queste sono le tre paroline magiche che sono diventate il motto del presidente del Consiglio Mario Monti e del suo governo. Ma nella manovra che più che di sacrifici sembra fatta di 'lacrime e sangue', di equità e crescita non c'è traccia mentre il rigore si è manifestato prevalentemente nei confronti delle famiglie e dei cittadini che dovranno caricarsi sulle spalle una vera e propria stangata che la Cgia di mestre quantifica in oltre 600 euro a nucleo famigliare.
In un momento di forte difficoltà per l'Italia e per l'intera Europa sarebbe ovvio che a dare qualcosa di più sia chi possiede più ricchezza. In particolar modo non si capisce perché, visto che si taglia tutto dalla sanità alle pensioni, dal trasporto pubblico ai servizi, i fondi destinati all'acquisto di nuovi armamenti non siano ridotti nemmeno di un centesimo. E' assurdo che mentre si chiedano sacrifici alle famiglie si continuino ad acquistare aerei da guerra, navi, sommergibili ed elicotteri come se niente fosse. In particolare l'Italia continua nel programma di acquisto di 200 caccia da 120 milioni di euro l'uno: l'equivalente di quanto è necessario per costruire e far funzionare 83 asili nido.
Gli ambientalisti continuano da mesi a chiedere la riduzione delle spese per gli armamenti ma dal Palazzo (sia quando l'inquilino era Silvio Berlusconi che adesso che c'è Monti e i sui presentabili ministri) ma non è arrivata alcuna risposta.
Gli ambientalisti chiedono al presidente del Consiglio Mario Monti perché in Italia non è possibile seguire l'esempio della Germania che nel 2010 ha tagliato la spesa militare di 10 miliardi di euro? Perché nonostante la stangata sulle famiglie non si toccano di una virgola i programmi per l'acquisto di caccia bombardieri di 131 F-35 dal costo di 15 miliardi di euro o quelli per l'acquisto di aerei senza pilota (1,3 miliardi) o delle navi da guerra (5 miliardi) o, ancora, dei sommergibili (1 miliardo)?
Di fronte a questa situazione affermano: «noi ambientalisti non solo siamo indignati ma siamo pronti alla disobbedienza civile ed ad una fortissima mobilitazione».
La richiesta al presidente Monti è di dare risposte di fronte ai grossi sacrifici a cui saranno sottoposti i cittadini italiani: «Non ci offendiamo se lo farà dal salotto di Porta a Porta – concludono ironicamente gli ambientalisti - ma risponda perché gli italiani hanno diritto di sapere perché si taglia la sanità (compreso l'Ospedale Marzio Marini di Magliano Sabina), le pensioni e i trasporti pubblici mentre alla super casta degli armamenti non viene tagliato nemmeno un centesimo».

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