sabato 6 luglio 2013

BIOGASSICIDA


Ne paese dei...........crucchi!



La Germania è indicata come l'Eldorado del biogas. Il ministro dell'agricoltura lo scorso 27 aprile ha annunciato che si investiranno in coltivazioni da biogas 2 milioni di ettari ma già oggi sono ben 400mila gli ettari destinati ai digestori. La lobby e i piazzisti nostrani del biogas indicano la Germania ad esempio e modello. Ma i germanici andrebbero imitati su altre cose... Sul terreno del biogas la disciplina e la poca flessibilità di quel popolo sta giocanbdo un brutto scherzo. Da noi una innata diffidenza, un certo spirito di contraddizione, la voglia di pensarla diversamente in molti casi ci rovina, in altri ci salva. I bravi tedeschi ci mettono un po' a realizzare che "energia rinnovabile", pulita sulla carta è in realtà una delle peggiori porcherie mai inventate. Ci mettono un po' a mandare a fanculo le organizzazioni ambientaliste ufficiali (forse anche meno peggio delle nostre). Fortunatamente da noi non è così. E se non fosse stato per il nostro spirito indisciplinato e ribelle e persino un po' da bastian contrari ci saremmo accorti chissà quando che il biogas è una follia pericolosa e dannosissima. Quando sarebbe stato tardi.
Negli ambienti dei veterinari che si occupano di fauna selvatica certe morie sono apparse sempre più sospette e si è finito per collegarle alle ipotesi di lavoro del prof. Böhnel . Così a maggio di ques'anno la più importante rivista germanica di fauna, caccia e cinofilia ha dedicato allo scottante problema un'inchiesta (link all'articolo originale)  con il titolo shock: TOD AUS DER BIOGASANLAGE. 



Basta conoscere quattro parole di tedesco per capire: La morte dagli impianti a biogas. Non si nega la preoccupazione per un fenomeno che potrebbe avere conseguenze devastanti per la fauna selvatica e si intervista il prof. Böhnel che ritiene che il caso di botulismo cronico riscontrato in 600 vacche della regione Vogtland in Sassonia (che ha colpito gravemente anche l'allevatore) . Helge Böhnel sostiene che non è un caso isolato e che ci sono migliaia di animali ammalati. Per lui i digestati residui della produzione di biogas ed utilizzate come fertilizzante (bio-fertilizzante!) sono una causa altamente probabile dell'aumento di botulismo. Il professore di Göttingen spiega anche il perché. Le condizioni di temperatura (40°C) dei digestori sono favorevoli alla moltiplicazione dei Clostridi. Nei digestori i Clostridi arrivano per più vie. Se si trattasse di soli liquami i rischgi sarebbero minori. Nei digestori arrivano scarti di macelli (anche in Italia!) persino ovaiole a fine carriera (si vede che è la patria di Liebig!). Ma c'è dell'altro: il mix di biomassa vegetale fresca e materiali organici contaminati da tossine. In primavera quando si raccoglie la segale verde per farne matrice da digestione le macchine operatrici uccidono i piccoli caprioli (che se ne stanno immobili senza fuggire perché quello è il loro istinto di difesa dai predatori). Se sono ammalati contaminano la massa raccolta e poi il digestore. A parte questa via di contaminazione abbiamo già visto che vi sono forti indicazioni circa la maggior pericolosità (per mancato abbattimento dei patogeni) della digestione di un mix di biomasse vegetali e animali che di sole deiezioni animali. Con i digestati (il miglior concime è ammendante che ci sia secondo gli apologeti del biogas!) le spore tornano sul terreno. Sia che contaminino foraggi raccolti e somministrati in mangiatoia o, direttamente,  animali domestici e selvatici al pascolo le spore arrivano nell'intestino, possono germinare e possono produrre tossine. Concludo per ora ricordando che il rischio sanitario del biogas non è legato solo ai clostridi o ad altri batteri patogeni. La  scorsa primavera autorevoli esperti hanno additato il biogas come probabile causa dell'epidemia di Escherichia coli E157:H7 che causò decine di morti. Poi poi la questione delle emissioni che affronteremo più in la.



Nessun commento:

Posta un commento