giovedì 20 gennaio 2011

A TU PER TU CON.....


Che fine ha fatto il conflitto d'interessi?

È incredibile il divario etico e morale che si sta palesando oggi in Italia. Nonostante io abbia un'esperienza politica di svariati anni, non mi ero mai trovato di fronte a una simile devastazione morale. Oggi siamo oltre ciò che facevano i governi democristiani, la cricca del Caf degli anni ottanta, oltre al puff di Poggiolini nel periodo di tangentopoli. Oggi siamo all'esercizio del potere fine se stesso, che va oltre al potere politico, economico e sociale. Oggi emerge dalle pagine della magistratura il desiderio di un uomo solo, ma tremendamente potente, di essere al di sopra di tutto e tutti, di qualsiasi vincolo morale, etico e politico, necessario al vivere civile. Ed è il Presidente del Consiglio. Nelle analisi che leggo sui giornali e sento in televisione, inoltre, noto un'enorme carenza. Quasi nessuno, infatti, si chiede come abbia potuto Silvio Berlusconi accumulare tanto potere da essere in grado di sentirsi così al di sopra di qualsiasi sentimento di limite civile, quasi come se fosse una cosa normale il fatto che uno degli uomini più ricchi d'Italia, con più media a disposizione, possa presentarsi in politica con una simile "potenza di fuoco", in grado d'influenzare l'opinione pubblica. Il grande assente nel dibattito di queste ore, infatti, è il conflitto d'interesse, che sembra essere dimenticato da tutto l'arco politico, mentre invece è una questione centrale. Qualunque sia il prossimo Governo dopo Berlusconi, la questione dovrà essere affrontata in maniera radicale e definitiva, mettendo a punto degli strumenti, come ci sono negli Stati Uniti, per esempio, che impediscano una volta per tutte simili concentrazioni di potere. In mancanza di ciò la nostra sarà sempre una democrazia fragile.

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