venerdì 7 ottobre 2011

LOBBIES




Il Wwf fa i conti sulla madre di tutte le opere inutili.



L'8 settembre 2011 si sono tenuti gli incontri per l'accordo di programma tra Governo ed Enti locali sulle cosiddette opere collaterali e compensative fra cui il famigerato Ponte sullo Stretto di Messina. Chi da anni si batte contro il progetto, come i Verdi e le associazioni ambientaliste, non è sorpreso nel constatare che la 'fiera degli inganni' sull'argomento si è allungata ancora di più. Gli ultimi aggiornamenti parlano infatti di un aumento dei costi di realizzazione di ben il 34%: si passa dai 6,3 miliardi di euro del luglio 2010 agli 8,5 del luglio 2011 chiesti dalla concessionaria pubblica 'Stretto di Messina S.p.A.' al momento dell'approvazione del nuovo Piano economico-finanziario. Un aumento, secondo il WWF Italia, «del tutto ingiustificato». Le risorse richieste infatti, precisa l'associazione ambientalista, equivalgono a mezzo punto di PIL, proprio mentre la crisi economica imperversa, l'Europa ci chiede maggiori investimenti e l'Italia non riesce nemmeno a mettere in atto il piano delle piccole e medie opere da 825 milioni di euro, firmato nel 2009. I finanziamenti al Ponte sono sottoposti a verifica annuale e se è vero che ANAS e RFI per la Stretto di Messina S.p.A hanno aumentato il proprio capitale perché la SDM S.p.A chiede altre risorse pubbliche? E ancora: cosa c'entrano con la costruzione del Ponte quelle 'opere compensative' come il depuratore a Villa San Giovanni, in Calabria, o la copertura del torrente Papardo, che fanno crescere i conti? Il WWF ha chiesto trasparenza e di conoscere il dettaglio del nuovo Piano economico-finanziario, proponendo di dirottare i fondi dell'opera sulle vere priorità infrastrutturali del paese: adeguare la linea tirrenica, la linea ferroviaria ionica in Calabria e le linee ferroviarie siciliane che collegano Catania, Messina e Palermo; intervenire per chiudere finalmente i cantieri della A3 Salerno-Reggio Calabria, ammodernare e rendere sicura la SS106 Ionica etc...etc...Una posizione ribadita anche dal presidente nazionale dei Verdi Angelo Bonelli che commenta: «il governo ha deciso di sperperare i soldi dei cittadini mentre la vera priorità dell'Italia e del Sud sono le infrastrutture da sempre inesistenti, come la messa in sicurezza del territorio e la lotta al dissesto, le ferrovie e gli acquedotti». Un dossier del WW spiega molto dettagliatamente perché il Ponte sullo Stretto è un'opera inutile e dannosa per l'ambiente e per i cittadini. Tanto per cominciare supera di 1400 metri il ponte sospeso più lungo del mondo (a traffico solo automobilistico), in una zona ad alto rischio sismico: secondo i maggiori esperti solo fra un centinaio d'anni avremo le competenze tecniche necessarie per realizzare un'infrastruttura simile. Fra l'opera principale e quelle connesse, inoltre, avremmo a che fare, per almeno dodici anni, con 17 cantieri, 9 siti di deposito e 4 impianti di produzione inerti in zone pregiate e sottoposte a 'protezione speciale' e tutela ambientale dall'Europa. Dulcis in fundo, non si sa chi fornirà il miliardo e mezzo necessario e mancante (la parte pubblica ne da 'solo' 3,5): considerando che il traffico è in calo e le ferrovie dovranno versare alla Stretto di Messina S.p.A. 138 milioni l'anno a prescindere dal traffico, chi credete finirà con l'aprire il portafoglio? «E' immorale che in piena crisi economica, con i conti pubblici sotto l'attacco della speculazione e con una manovra di tagli e tasse alle famiglie, il governo voglia buttare a mare 8,5 miliardi per il Ponte sullo Stretto di Messina, un'opera inutile e dannosa per l'ambiente - ha aggiunto Bonelli, che continua - con 8,5 miliardi di euro del Ponte sullo Stretto si potrebbero realizzare 90 km di metropolitana o 621 Km di rete tranviaria, acquistare 3.273 tram e 23.000 autobus ecologici rivoluzionando il trasporto pubblico nelle nostre città e affrontare finalmente il problema dei pendolari che vivono una situazione drammatica». E' ormai evidente che il governo Berlusconi pensa esclusivamente ai saldi di fine legislatura per le lobbies degli appalti e del cemento.

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