domenica 9 ottobre 2011

NON SIAMO I SOLI


Gli allevamenti intensivi di pollame, sono classificati come industrie insalubri di 1^classe. Vista la classificazione, questo tipo di aziende dovrebbe avere una localizzazione “isolata” (dal testo unico leggi sanitarie), come invece non è l'allevamento di Magliano, inserito in un contesto antropizzato e caratterizzato da una tradizionale e storica vocazione residenziale, agricola e rurale. La zona si distingue per essere vocata alle produzioni eno-gastronomiche, che possono valorizzare il patrimonio ambientale.
A poche centinaia di metri sono presenti aziende agricole , zootecniche, un caseificio e agriturismi.


Ma non siamo i soli: vediamo cosa successe in Veneto circa un anno fa.


Dal Corriere del Veneto.


«Puzzano, impossibile viverci vicino»
Così i tacchini finiscono in tribunale


L'allevamento dove vivono circa 25 mila animali è situato a Ponzano Veneto. Il sindaco: la Cassazione sancisce la rilevanza penale delle emissioni di odori
Negli ultimi giorni passare per Ponzano è diventato impossibile. Odori nauseabondi, fortissimi e pungenti, che si sentono persino in auto: bastano i finestrini aperti. I residenti, poi, sono al limite dei conati di vomito. Tutto per colpa di un allevamento di tacchini dove vivono circa 25 mila animali, in via Morganella Ovest. Il Comune ha deciso di passare alle vie di fatto, depositando in procura un esposto contro i titolari. Il caso tiene banco da tempo.
Le raccolte di firme si sono sprecate. Nel tentativo di risolvere la vicenda, era stato anche depositato un ricorso al Tar, che aveva annullato l’ordinanza di blocco dell’attività dell’allevamento, voluta dal sindaco (noi invece l’avevamo vinto). Il tribunale amministrativo regionale in quel caso diede ragione ai referenti della «Agricola Veneta», la cui titolare vive a Conegliano, e il cui proprietario abita a Padova. Per questo, c’è stato anche chi ha proposto di forzare il piano regolatore generale, imponendo una variante che permettesse la costruzione di ottomila metri cubi di spazi residenziali al posto di quell’allevamento. Nel mentre, l’Usl è stata incaricata di fare le verifiche del caso, per «pesare» gli odori. Fino a ieri, con la decisione del sindaco di presentarsi in procura per segnalare quella che ritiene essere una notizia di reato. «Recentissime sentenze della Cassazione sanciscono espressamente la rilevanza penale delle emissioni di odori», spiega il primo cittadino. «L’emissione, infatti, va considerata idonea ad offendere o a molestare le persone anche sulla base del mero dato olfattivo, come del resto riconosciuto anche a livello europeo con una sentenza della Corte di Cassazione del 3 marzo 2010».

6 commenti:

  1. In zona agricola si fanno attività agricole, quando non lo sono vanno chiuse, mosche e cattivi odori possono essere ridotti con metodi di abbattimento e tutela.
    A Magliano non ci sono solo i tacchini, ma anche allevamenti di bovini ed ovini molto impattanti a ridosso di centri abitati e residenziali.
    Vorrei sapere se le letamaie sono a norma e se tutti rispettano i piani di smaltimento previste dalle leggi. Perchè gran parte dei fossi presenti sul territorio (in alcuni periodi) sono pieni di liquami maleodoranti?

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  2. Giuste considerazioni Lukino, il letame è un altro grande problema per il territorio maglianese. La grande quantità che se ne produce (perchè gli allevatori hanno più capi di bestiame di quelli che gli consente la legge in base alla terra che possiedono) costringe a smaltirlo in maniera non corretta e, quello più grave, senza autorizazioni previste e senza controlli. In se per se il letame, sempre nelle quantità permesse, non sarebe dannoso, anzi, viene considerato un buon fertilizzante naturale se non contenesse enormi residui di antibiotici e fitofarmaci che le bestie assumono quotidianamente nelle moderne forme di conduzione zootecnica. Questi, a lungo andare, inquinano i terreni e le falde acquifere, per cui ce li ritroveremo nella nostra alimentezione come minacce alla nostra salute e, nei casi di spargimento vicino ai fossi, defluiscono nei fiumi causando altri gravi danni.

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  3. Perchè non si fa niente per ovviare a questi problemi?
    Pensate che gli organi competenti non facciano il loro lavoro, o chiudono tutti e due gli occhi?

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  4. Sugli spargimenti dei reflui zootecnici e relative autorizzazioni, è stato siglato un protocollo d'intesa tra ASL e Comuni che demanda a questi ultimi tutta una serie di controlli sul rispetto delle operazioni previste e consentite. Non sappiamo se questi controlli vengano effettuati, ma sappiamo di certo che le autorizzazioni vengono rilasciate a seguito di certificazioni risalenti al 1998.

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  5. E tutti tacciono, perchè, ma quelli della minoranza lo sanno ?

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  6. Tutti bravi a criticare quando non si e' del settore!vi faccio una domanda semplice...avete un'az. agricola con allevamento a ridosso del paese, negli anni l'urbanizzazione circonda l'allevamento. decine di famiglie si insediano in questo paese e dopo un po cominciano i reclami per gli odori.il modo piu' semplice e' far allontanare o chiudere l'allevamento direte voi.bene, ma l'amministrazione che ruolo ha secondo voi?a voi le risposte!

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