sabato 5 marzo 2011

IL SOLE INGANNATO.


"Quello varato questa settimana dal consiglio dei Ministri sulle rinnovabili è un decreto truffaldino che crea incertezza e blocca gli investimenti in un settore, fino ad oggi, trainante per l'economia e l'occupazione in Italia Il governo ha fatto entrare dalla finestra quello che era uscito dalla porta attraverso i commi 9 bis e 9-ter dell'art. 23 del decreto sugli incentivi alle rinnovabili". Lo dichiara il Presidente nazionale dei Verdi Angelo Bonelli che chiede di verificare "se il decreto licenziato oggi dal Consiglio dei ministri non sia anticostituzionale per la violazione dell'art. 41 della Costituzione e per eccesso di delega".
"Il comma 9-bis dell'articolo 23 prevede, infatti, che gli incentivi per la produzione di energia si applicano agli impianti solari fotovoltaici per i quali l'allacciamento alla rete elettrica abbia luogo entro il 31 maggio 2011, ossia tra 2 mesi - spiega il leader del 'Sole che ride' -. Il comma 9-ter dello stesso articolo prevede che gli incentivi agli impianti solari fotovoltaici allacciati dopo il 31 maggio 2011 sarà disciplinata attraverso un nuovo decreto del ministero dello Sviluppo emanato entro il 30 aprile 2011 che dovrà: a) determinare un limite annuale di potenza elettrica cumulativa degli impianti fotovoltaici che possono ottenere le tariffe incentivanti (tradotto significa che nel decreto di aprile sarà indicato un tetto all'energia solare prodotta); b) una rideterminazione delle tariffe incentivanti".
"E' ormai evidente che il governo ha optato per il sabotaggio delle rinnovabili, un settore che nell'ultimo anno ha prodotto oltre 13 miliardi di fatturato e che, al 2020, vale almeno 250 mila nuovi posti di lavoro secondo una simulazione fatta dalla Bocconi - conclude Bonelli -. Il modo in cui viene trattato il mondo della green economy è sconsolante: i ministri Romani e Prestigiacomo la smettano di giocare al gioco delle tre carte e prendere in giro con un settore che ha dato lavoro a 40 mila persone solo nel 2010 ossia a quatto volte gli operai che lavorano nello stabilimento di Mirafiori".




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