giovedì 12 agosto 2010

LA STORIA SI RIPETE?


Guardate un pò chi c'era tra i presenti in quel
lontano 8 settembre 2004!



SINTESI DEI CONTENUTIO DELLA CONFERENZA STAMPA DEI VERDI
DELL'8 SETTEMBRE 2004. ore 17,45, sede della Fed. Prov. Dei Verdi, Via del Seminario 23.

Presenti

Roberto Lorenzetti, Presidente provinciale dei verdi

Pietro Galadini, Portavoce dei Verdi di Magliano, e presidente dell'Associazione Sabina-Territorio Ambiente.

Claudio De Luca, Vicepresidente dell'associazione Sabina-Territorio-Ambiente
Antonello Ruggeri, Consigliere Comunale di Magliano Sabina

Dopo la conclamazione del caso MASAN che come Verdi e come Ass. Sabina Territorio-Ambiente, denunciamo da circa 2 anni, numerosi soggetti coinvolti nella questione hanno teso ha trasmettere il messaggio che i prodotti della MASAN, composti da rifiuti altamente tossici, non sono mai stati impiegati nei fondi agricoli della Sabina, ma solo in aziende compiacenti della Toscana e della Campania.

Vale appena la pena ricordare che negli anni passati il nome del sig. Massimo Dami, titolare della Masan, tutt'ora agli arresti domiciliari, si è trovato più volte legato a quello di Luigi Cardiello, il cosiddetto “re Mida” dell'ecomafia., autorevole membro della “grande famiglia”, che ha operato tra la Campania e la Toscana. (Un fatto che avrebbe dovuto indurre tutti a maggiore cautela quando questi si è insediato in sabina, e non a procedure semplificate)

L'ARPA sulla stampa ma anche in sede di audizione presso la Commissione Bicamerale d'inchiesta sulle eco-mafie ha sostenuto che non era a conoscenza di utilizzi in Sabina dei prodotti MASAN e che in ogni caso stava effettuando delle ricerche in proposito. (ad oggi nessuna risposta).

La Coldiretti, dopo la clamorosa gaffe della lettera rassicurante riguardo all'impianto di Magliano che glia agricoltori della bassa Sabina hanno ricevuto per ironia della sorte alla vigilia dell'intervento dei Carabinieri e Forestale con l'arresto del proprietario della ditta e di altri 6 individui, oltre a 30 persone denunciate, ha ulteriormente rassicurato tutti sostenendo che mai e poi mai i prodotti della Masan hanno trovato impiego in Sabina. Lo stesso ha sostenuto il sindaco di Magliano e cosi via.

Purtroppo tutto questo è falso.

I cosiddetti “fertilizzanti alla diossina” della Masan sono stati impiegati anche in Sabina., proprio nella zona di Magliano (ma a quanto pare non solo qui) dove si produce vino DOC e olio DOP

Sapevamo da tempo di questo, e una delle prove ci viene da alcuni documenti molto eloquenti.

Si tratta del processo verbale e dal verbale di sopralluogo del Corpo Forestale dello Stato, a cui prese parte anche un vigile urbano di Magliano datato 24 marzo 2003 in località Colle Sala (Magliano)

Su un fondo agricolo vennero individuati cumuli di fanghi circa 400 metri cubi. La Forestale ha prelevato dei campioni suddividendoli in quattro parti, una delle quali da consegnare all'ARPA-LAZIO.

L'autista del camion individuato dichiarò che : “…I materiali su cui è stato effettuato il campionamento sono costituiti da ammendante compostato proveniente dall'impianto di Compostaggio della società MASAN srl. Di Magliano Sabina-Loc. Campana” . Nel Verbale del corpo forestale si legge poi che “..Le analisi avranno inizio alle ore 9 del 28/04/2003 presso i laboratori dell'ARPA Lazio di Rieti” e che la ditta potrà far presenziare un proprio rappresentante di fiducia.

L'autista non era in possesso del DDT ( formulario per il trasporto) relativo al carco in questione, ma ne esibì alla forestale altri 9 relativi ad altri trasporti simili effettuati.

Nella stessa giornata venne individuato e identificato un altro camion, sempre della MASAN, che trasportava analogo materiale nella stessa località.

Quindi aldilà della prova inoppugnabile, viene da pensare alla normalità con cui veniva impiegato il fertilizzante della MASAN nei fondi agricoli in Sabina.

Ora viene da chiedersi perché l'ARPA ha sostenuto che non era a conoscenza di impiego di questi materiali in Sabina, quando la stessa Forestale ha inviati fin dal 2003 dei campioni, prelevati su un fondoa agricolo, per esaminarlo.

Viene da chiedersi perché il presidente della Coldiretti, sig. Nesta, anziché preoccuparsi e trovare rimedio ad un evidente danno prodotto all'agricoltura Sabina, ha inteso rassicurare tutti gli agricoltori della zona per lettera prima dello scoppio del caso Masan, tentando di far passare la battaglia che conducevano i Verdi, l'associazione Sabina-Territorio-Ambiente, ma anche altro forze politiche locali come Alleanza Democratica, la Margherita e SDI, come una strumentalizzazione contro il sindaco Lini?

(Nessuno vuole mettere in correlazione il fatto che il sig. Nesta, presidente della Col diretti, è il fratello del sig. Nesta candidato e quindi nominato vicesindaco di Magliano. Sarebbe davvero grave aver utilizzato un ente serio e importante come la Coldiretti in campagna elettorale. )

E dopo che il caso era scoppiato, perché il sindaco di Magliano e il Sig. Nesta rilasciavano dichiarazioni rassicuranti ai giornali sul non impiego delle porcherie della MASAN in Sabina? (ad es. Nesta sul Corr. Di Rieti 8/07/2004 “Come risulta dalle indagini (quali?) nessuna azienda agricola della provincia risulta coinvolta nell'impiego del pseudo compost” )

Ora è bene specificare che il Sig. Nesta, oltre ad essere presidente della Coldiretti, è anche fratello del vice sindaco di Magliano Sabina, noti produttori di vini e di carni a cui si lega la recente Sagra della Bistecca, dove viene sottolineata l'assoluta qualità e biologicità delle stesse.

E' difficile immaginare che non fosse a conoscenza dei documenti di cui parliamo, e doveva esserne a conoscenza di certo anche il sindaco per un motivo molto semplice. La copia di essi in nostro possesso non proviene dall'archivio della Forestale, ma dal Comune di Magliano, a cui, ovviamente era stato spedito il verbale in questione.

Come Verdi riteniamo che un territorio come quello di Magliano non lo si salvi con atteggiamenti omertosi. E' necessario prendere atto dei danni causati sia in termine di immagine, che materiali.

In termine di immagine:

Oggi Magliano è invidiato, purtroppo a livello nazionale, come il sito dove i è consumata una tragica vicenda di ecomafia. Centinaia di milioni investimenti dalla provincia per creare una immagine positiva di questa area, sono andati perduti. Occorre essere consapevoli che qui è necessario ricominciare da capo. L'immagine di questo territorio non la si recupera di certo con le patetiche iniziative del sindaco che in questi giorni sta sbandierando ovunque che il suo comune è l'unico della prov. Di Rieti che ha aderito all'iniziativa di Legambiente “Puliamo il Mondo” (Per altro a Magliano non c'è neanche un circolo di Legambiente) Ci chiede provocatoriamente di aderire. Certo che si, basta che prima ripuliamo Magliano dalla Masan, altrimenti è solo demagogia, e uno sterile tentativo di ricostruirsi con 300 euro (quota per i comuni che aderiscono a puliamo il mondo) una verginità per la quale occorrono invece ben altre operazioni chirurgiche.

In termini reali.

Occorre individuare i terreni dove sono stati impiegati fanghi e prodotti vari della Masan

e dove necessario, provvedere a una loro bonifica.

Riproponiamo anche il problema di chi, come e quando bonificherà il sito della Masan. L'arrivo della cattiva stagione potrebbe creare dei seri problemi di salvamento come già è accaduto, e quando li evidenziammo più di un anno fa, venimmo denunciati per spionaggio industriale, tanto che Pietro Galadini si è visto recapitare richieste di risarcimento per circa un miliardo e 800 milioni di vecchie lire.

4 commenti:

  1. Certo che questo sputtanamento non se lo aspettavano.
    Veramente uno si, fakultrep che con la faccia che si ritrova sopporta questo e altro, ma il roscio?
    Da vergognarsi e non uscire più.

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  2. ma che roscio ora lo conoscono tutti come pinocchio.

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  3. aspettiamo che stanno per inagurare la sede nuova poi vedrete quanti nuovi fedeli scudieri ci saranno

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  4. scordavo è anche iscritto al club dei pinocchi,credo che sia il presidente.

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