mercoledì 26 maggio 2010

MEDIA VALLE DEL TEVERE

Il solito carrozzone mangiasoldi

Il consorzio di bonifica Tevere e Agro Romano si è formato a seguito della fusione dei consorzi di bonifica dell’Agro Romano, di Ostia e Maccarese e della Media Valle del Tevere, e gestisce una superficie di circa 500.000 ettari ricadenti nelle provincie di Roma, Viterbo, Rieti e Frosinone, per un totale di 137 comuni.
Ne fa parte Magliano che, con tutta la sua zona costiera, ricade nella Media Valle del Tevere. Inizialmente, alla sua costituzione, il consorzio si doveva occupare dell’allontanamento delle acque in eccesso dai campi; oggi si tratta di fronteggiare, con quella stessa rete idraulica, le esigenze di un territorio che presenta un utilizzo ben diverso da quello iniziale. Basti pensare alla vasta superficie occupata dall’uomo nel tempo: edifici di vario genere, strade, piazzali industriali e agricoli che, in alcuni casi, annullano la capacità di assorbimento nel terreno delle acque meteoriche.
Le opere del consorzio, pertanto, sono indispensabili per realizzare e mantenere in efficienza un assetto territoriale idraulicamente sicuro. I canali, i fossi, i collettori naturali e gli impianti hanno il compito di raccogliere, allontanare, scaricare velocemente le acque piovane, nonché quelle di rifiuto, provenienti da insediamenti civili e produttivi, creando un vero e proprio servizio idraulico. Oltre allo spurgo dei sedimenti dei canali di bonifica e di scolo ricadenti nel comprensorio, il consorzio è tenuto anche allo sfalcio delle erbe ivi presenti.
Fatto questo preambolo tecnico-illustrativo vorremmo portare a vostra conoscenza la situazione nel nostro territorio. Chi ricade nel comprensorio del consorzio, paga a quest’ultimo specifiche “tasse” annuali, occorrenti per i suddetti lavori di competenza (ed anche per il mantenimento del CdA e di circa 80 collaboratori specializzati). Pagano anche in base alla cubatura degli edifici in loro possesso.
Però, da anni, non si vede nessuno a svolgere questi lavori di normale manutenzione, vitale per il deflusso delle acque (sfalcio delle erbe compreso). Si è verificato che in occasione di violente e prolungate piogge le acque, non defluendo correttamente, hanno arrecato danni alle colture, ai campi, alle strade, agli stessi fossi occlusi.
Gli abitanti della zona hanno allarmato il comune, il nostro comune, che ha dovuto intervenire d’urgenza a spese proprie, cioè dei cittadini.
Ci viene subito da notare che il cittadino abitante in quella zona paga a questo punto due volte per un servizio di competenza del solito carrozzone che non serve a niente.
Hanno anche molta incapacità gestionale considerando che, in occasione di tasse fatte pagare erroneamente due volte, al momento delle restituzioni hanno rimborsato anche quelli che non avevano pagato.
Facciamo richiesta ai nostri amministratori affinché verifichino questa antipatica e scorretta situazione e prendano una conseguente posizione, o invitando il consorzio alla sua doverosa operatività, o prendendo in considerazione una giustificata uscita dal consorzio.


N.B: - Le attività dei consorzi di bonifica del Lazio sono regolate dal R.D. del 13 febbraio 1933 n. 215, dalle leggi regionali del 21 gennaio 1984 n. 4, del 7 ottobre 1994 n. 50, nonché dall'art. 862 cc.; operano nel rispetto delle leggi statali e regionali ivi comprese la legge regionale 11 dicembre 1998 n. 53 in applicazione della legge 183/1989 sulla difesa del suolo e la legge 36/1994 sulla gestione delle acque.

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